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“Io ho tutto tradotto fedelmente e senza timore”: la Farsaglia di Gaetano Polidori (1841)

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Notes

  1. La bibliografia sulla ricezione di Lucano è disponibile online sul sito della Johannes-Gutenberg-Universität Mainz: http://www.klassphil.uni-mainz.de/Dateien/Lucanbibliographie_Rezeption.pdf.

  2. Lucans Bellum civile: Studien zum Spektrum seiner Rezeption von der Antike bis ins 19. Jahrhundert, hrsg. von C. Walde, Trier, 2009. Alla stessa autrice si deve un’utile panoramica sul tema: C. Walde, ‘Lucan’, in Die Rezeption der antiken Literatur. Kulturhistorisches Werklexikon. Der Neue Pauly, Supplemente 7, hrsg. von C. Walde, Stuttgart und Weimar 2010, pp. 442–63.

  3. S. Braund, ‘Violence in Translation’, in P. Asso, Brill’s Companion to Lucan, Leiden, 2011, pp. 507–24; P. Hardie, ‘Lucan in the English Renaissance’, ibid., pp. 491–506.

  4. Y. Maes, ‘Haec monstra edidit. Translating Lucan in the Early Seventeenth Century’, in A Companion to the Neronian Age, ed. by E. Buckley and M. Dinter, Chichester 2013, pp. 405–24.

  5. Vittorio Alfieri (Asti 1749-Firenze 1803) è una delle personalità di spicco della letteratura italiana del Settecento. Autore di numerose raccolte di versi (Rime) e di un’autobiografia (Vita scritta da esso), dal 1776 al 1786 compose diciannove tragedie in endecasillabi sciolti, fra le quali ricordiamo almeno il Saul e la Mirra. L’edizione nazionale di tutte le opere di Alfieri è a tutt’oggi in allestimento ad opera del Centro Nazionale di Studi Alfieriani di Asti, fondato nel 1937 (www.fondazionealfieri.it).

  6. A. D’Ancona, ‘Un segretario dell’Alfieri’, in Varietà storiche e letterarie, prima serie, Milano 1883, pp. 147–83 (già in Rassegna Settimanale, marzo 1881, pp. 166–170); Gaetano Polidori, La Magion del Terrore con note che contengono le memorie di quattro anni nei quali l’autore fu segretario del Conte Alfieri, a cura di R. Fedi, Palermo 1997 (panoramica bibliografica alle pp. 51–3); M. Manfredi, ‘Polidori, Gaetano Fedele’, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, 2015, LXXXIV, disponibile online: http://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-fedele-polidori_(Dizionario-Biografico)/. Altri studiosi si sono occupati di Polidori solo marginalmente, come ad esempio: A. Fabrizi, Le scintille del Vulcano (Ricerche sull’Alfieri), Modena, 1993, pp. 141–4; Vittorio Alfieri, Epistolario, a cura di L. Caretti, Asti, 1963, I, pp. 251–2; L. Rava, ‘P. Paoli, V. Alfieri e il segretario Polidori’, Archivio storico di Corsica, 7, 1931, pp. 558–62; G. Mazzatinti, ‘Le carte Alfieriane di Montpellier’, Giornale storico della letteratura italiana, 3, 1884, pp. 337–85. Un’edizione della Farsaglia di Polidori è progettata da chi scrive. Dedichiamo questo contributo alla memoria di Chiara Nonni, studiosa dell’ateneo bolognese prematuramente scomparsa. La sua monografia sulla Farsaglia di Francesco Cassi ci ha dato infatti lo spunto per occuparci delle traduzioni italiane di Lucano nell’Ottocento.

  7. W. M. Rossetti, Dante Gabriel Rossetti: His Family-Letters with a Memoir, I, London 1895.

  8. Vedi infra.

  9. Vedi infra.

  10. Agostino Ansano Polidori compose due poemi in ottave, Tobia e Osteologia; quest’ultimo, di argomento didascalico, fu pubblicato a cura di Gaetano nel 1847 a Londra. Pure lo zio paterno Francesco (1725–1773), giudice, coltivava interessi letterari; il suo poema eroico Losario, rimasto incompiuto, fu portato a termine e pubblicato da Gaetano nel 1850.

  11. Cfr. Alfieri, Epistolario (n. 6 supra), I, p. 118.

  12. Ibid., p. 120.

  13. Già il 9 aprile 1786 Alfieri pregava lo stesso Bianchi di trovargli un altro segretario, ibid., I, p. 161: ‘La prego a cercarmi costà a suo bell’agio un giovanotto per Segretario perché le faccende crescono ogni giorno, e presto uno non mi basterà; ma vorrei che fosse una buona scelta, ed egli avrebbe buon pane per tutta la mia vita: che coll’andar degli anni potrò bene stare senza cavalli, ma non mai senza chi mi scriva e legga. Sono contento di quello che ho quanto alla volontà, e condotta, ma circa il sale in zucca, è di quel di Pisa. Onde vorrei il Sanese per risvegliar un po’ costui.’

  14. Gaetano Polidori, Note a La Magion del Terrore (Fedi, La Magion del Terrore [n. 6 supra], 84; sull’opera pp. 9–41). Nel 1906 G. Ellero scrisse e pubblicò sul tema della rivalità fra i due letterati la commedia Il segretario di Vittorio Alfieri. Commedia in un atto seguita da un’appendice sul Filippo di Vittorio Alfieri e su l’Isabella di Gaetano Polidori, ediz. del Teatro nostro, San Benigno Canavese 1906 (seconda edizione nel 1927). Ambientata a Parigi nel 1789, allo scoppio della rivoluzione, essa è ispirata all’articolo di D’Ancona. Alfieri viene rappresentato come uomo impulsivo ma generoso, contrapposto a Polidori, poeta mediocre e invidioso. In appendice alla commedia Ellero offre una breve nota storica su Polidori e un’analisi della sua tragedia Isabella, da lui considerata non più che un plagio del Filippo alfieriano.

  15. Fedi, La Magion del Terrore (n. 6 supra), pp. 104–5: ‘La rivoluzione che imperversava allora, mi aveva fatto girar la testa, e non udendosi altro risuonare che libertà in bocca di ciascuno, mi sembrava d’essere schiavo nel mio impiego, onde pochi giorni dopo mi divisi da lui.’

  16. Cfr. Alfieri, Epistolario (n. 6 supra), II, pp. 11–13.

  17. Fedi, La Magion del Terrore (n. 6 supra), p. 107: ‘Una delle raccomandazioni del conte era diretta al General de’ Paoli del quale divenni familiare amico, e tale mi mantenni fino alla sua morte, che accadde in Londra ai 5 d’Ottobre 1807, all’età sua di anni 82, ed ebbi l’onore d’un picciol legato nel suo testamento.’ Sul sonetto in onore di Paoli rimandiamo a E. Michel, ‘Documenti patriottici corsi della Biblioteca del Risorgimento di Roma’, Archivio Storico di Corsica, 6, 1930, pp. 508–9, e L. Rava, ‘Pasquale Paoli’(n. 6 supra).

  18. John William entrò al servizio di Byron nel 1816 e lo seguì nei suoi viaggi in Europa; era con lui e gli amici presso il lago di Ginevra nella famosa notte del 16 giugno 1816, quando Mary Shelley ideò il suo Frankenstein. John William ne ricavò a sua volta il racconto The Vampyre, pubblicato anonimo nel 1819 e attribuito dai giornali a Byron. Licenziato dal Lord nel 1816, si tolse la vita a Londra nel 1821. Sulla vita e le opere di John William si veda D. L. MacDonald, Poor Polidori. A Critical Biography of the Author of The Vampyre, Toronto, 1991, ricco anche di informazioni e documenti su Gaetano (pp. 3–14 e passim).

  19. Gabriele Rossetti (Vasto 1783-Londra 1854) fu poeta, critico letterario e patriota della corrente neoghibellina del Risorgimento. Per il suo appoggio agli insorti dei moti liberali del 1820 fu costretto all’esilio; arrivato a Londra nel 1824, dal 1831 al 1847 fu professore di lingua e letteratura italiana al King’s College. La sua produzione annovera numerose raccolte di poesie e saggi danteschi (si vedano in proposito P. Giannantonio, Bibliografia di Gabriele Rossetti, Firenze 1959, in particolare pp. 11–51; P. Giannantonio, Rossetti, Gabriele, in Enciclopedia dantesca, IV, Roma, 1973, pp. 1042–4; G. Oliva, I Rossetti tra Italia e Inghilterra, Roma, 1984).

  20. Maria Francesca (1827–1876) condivise il clima culturale dell’ambiente preraffaellita e fu tutrice e maestra privata, oltre che autrice del saggio dantesco A Shadow of Dante (1871). Dante Gabriel Rossetti (1828–1882) fu pittore, poeta e critico dantesco, fondatore del movimento dei Preraffaelliti. William Michael (1829–1919) fu critico d’arte mentre il nome di Christina (1830–1894) è legato a una produzione poetica in lingua inglese, nell’ambito della quale ricordiamo The Goblin Market (J. Marsh, Christina Rossetti. A Literary Biography, New York, 1995; G. Battiscombe, Christina Rossetti: A Divided Life, Madison WI, 1963). Per maggiori informazioni sulla famiglia Rossetti rimandiamo al sito internet del Centro europeo di studi rossettiani di Vasto (www.centrorossetti.eu), mentre sulla vita e sulle opere letterarie e pittoriche di Dante Gabriel si veda l’homepage dell’archivio Rossetti della University of Virginia: http://www.rossettiarchive.org/bibliography.rac.html.

  21. Rossetti, Dante Gabriel Rossetti (n. 7 supra).

  22. K. Vejvoda, ‘The Fruit of Charity: Comus and Christina Rossetti’s Goblin Market’, Victorian Poetry 38, 2000, 555–78 (558).

  23. Rossetti, Dante Gabriel Rossetti (n. 7 supra), I, pp. 27–8: ‘Polidori was a man of good stature and very vigorous build; his health was strong, and his faculties not seriously impaired by age. He liked almost any occupation - writing, reading, cabinet-work (he produced many pretty boxes, tables, etc., in wood-mosaic, after the Florentine manner), and miscellaneous country work.’

  24. Fedi, La Magion del Terrore (n. 6 supra), pp. 48–51.

  25. G. de Brébeuf, La Pharsale de Lucain, ou les Guerre civiles de César et de Pompée en verse françois, Paris, voll. I–IV, 1654 e voll. V–X, 1655. Su questa traduzione si veda Y. Maes, ‘On First Looking into Brebeuf’s Lucan’, in Lettori e letture di Lucano. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Fisciano 2729 marzo 2012, a cura di P. Esposito e C. Walde, Pisa, 2015, pp. 361–404.

  26. La Pharsale de Lucain trad. en françois par M. Marmontel, 2 voll., Paris, 1766.

  27. Il fenomeno appare vistoso nell’Inghilterra degli Stuart, cfr. L. Sannicandro, ‘Fides fortibus, fraus formidolosis: Lucano, Sir Walter Ralegh e Sir Arthur Gorges’, in Lucans Bellum civile, hrsg. Walde (n. 2 supra), pp. 317–22. In ogni caso, come osserva Braund, ‘Violence’ (n. 3 supra), p. 507, Lucano obbliga i suoi lettori e i suoi traduttori a prendere una posizione.

  28. S. Timpanaro, ‘Aspetti della fortuna di Lucano tra Sette e Ottocento’, in id., Aspetti e figure della cultura ottocentesca, Pisa, 1980, pp. 1–80. In questo contesto culturale il poeta di Cordova è oggetto di giudizi contrastanti: se per Vincenzo Monti Lucano, Seneca e Marziale gettarono ‘i semi della secentistica corruzione’ (ibid., p. 26), mostrano entusiasmo per l’autore della Pharsalia letterati come Vittorio Alfieri e Pietro Giordani. Alfieri viene attirato soprattutto dall’afflato libertario del poema lucaneo, a lui congeniale. Tra le sue carte, conservate alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, vi sono anche saggi di traduzione di poeti latini, risalenti agli anni 1775–1777, fra cui figura non a caso anche Lucano (si veda in proposito C. Jannaco, ‘L’esercizio per lo stile’, in C. Jannaco, Studi alfieriani vecchi e nuovi, Firenze, 1974, pp. 65–72).

  29. Ricordiamo inoltre un volgarizzamento trecentesco della Pharsalia di cui Concetto Marchesi diede notizia nel 1904 distinguendolo subito da quella serie di traduzioni e rimaneggiamenti in volgare italiano noti come Fatti dei Romani o Fatti di Cesare: questi derivano non da Lucano, bensì da Li Faits des Romains, grande compilazione in prosa messa insieme in area francese all’inizio del XIII secolo. Tale volgarizzamento, tramandato dal ms. Riccardiano 1548, è adespoto e attribuito al notaio pratese ser Arrigo Simintendi. A detta di Marchesi si tratta di vera traduzione: ‘… l’ultimo medio evo italico ci porge una vera traduzione; non è più adattamento, è partecipazione diretta alla materia, e in certo modo anche all’arte; ma la fortuna mancò’ (C. Marchesi, ‘La prima traduzione in volgare italico della Farsaglia di Lucano e una nuova redazione di essa in ottava rima’, in id., Scritti minori di filologia e di letteratura, I, Firenze, 1978, pp. 237–55). Si veda in proposito anche Volgarizzamento pratese della Farsaglia di Lucano, con introduzione, glossario e indice onomastico a cura di L. Allegri, Firenze, 2008.

  30. Secondo F. Argelati, Biblioteca degli Volgarizzatori, o sia notizia dell’opere volgarizzate d’autori, che scrissero in lingue morte prima del secolo XV, Milano, 1767, p. 337 n. c, tale Luca Manzoli sarebbe stato ‘buon Poeta volgare menzionato da S. Antonino nelle sue Cronache, Maestro di Teologia, Proposto nel Convento degli Umiliati d’Ognissanti di Firenze, poscia creato Cardinale da Gregorio XII’.

  31. Il padovano Alberto Campani era membro dell’ordine domenicano e morì nella sua città nel 1639. La traduzione è preceduta da alcuni componimenti in lode del traduttore, dall’argomento del poema e da una riflessione sul problema del titolo. In una lettera ai lettori Campani dichiara inoltre che il suo scopo è ‘tradurre veramente detto Poema servando in Toscano le frasi istesse, le voci, e gli epiteti, che sono nel Latino in quanto comporta il nostro idioma e la chiarezza’: Argelati, Biblioteca (n. 30 supra), p. 339 n. g. Sulla tendenza di Campani ad accentuare i tratti filorepubblicani di Lucano si veda Maes, ‘Haec monstra edidit’ (n. 4 supra), p. 418.

  32. Nella prefazione il traduttore dichiara di aver fatto la sua versione ‘ad litteram senza Parafrasi, o Commenti de’ Luoghi oscuri e d’aver imitato, quanto è stato possibile, e lo stile, e la frase dell’Autore’:, Argelati, Biblioteca (n. 30 supra), p. 340 n. h. La versione di Abriani, piuttosto fiacca, ha il merito di non scadere in parafrasi e amplificazioni, a differenza di quella di Campani: Timpanaro, Aspetti della fortuna, (n. 28 supra), p. 26.

  33. Argelati, Biblioteca (n. 30 supra), p. 340 n. i. Lo stesso Meloncelli riconosce che la propria traduzione non è fedele all’originale: ‘… non mi sono … preso l’impegno di ricalcare l’orme dell’Autore sì esattamente, che non habbiano da risonare altro, che le di lui parole nel nostro Idioma, e i di lui sentimenti, espressi per appunto con le forme precise dell’Esemplare; perché ho avuto la mira di darti Lucano Poeta, e non Gramatico; e il mio disegno è stato, di fare una tollerabile Poesia, più che una esatta Traduzzione [sic]’ (La Farsaglia overo Della guerra civile di Marco Anneo Lucano. Tradotta e trasportata in Ottava Rima da Gabrielle Maria Meloncelli, Roma 1707, ‘Preambolo: A un Virtuoso, e discreto lettore’).

  34. Su Cassola si veda G. Natali, Il Settecento, II, Milano, 1964, p. 39.

  35. La traduzione di Boccella risulta pesante per la concisione esasperata e per cadute nel prosaico, cfr. S. Timpanaro, ‘Francesco Cassi traduttore di Lucano’, in id., Aspetti e figure (n. 28 supra), p. 25 n. 33. A questa lista si potrebbe aggiungere il dalmata Giovanni Albinoni-Kreglianovich (1777–1838), che nel 1810 scrive a Foscolo di aver cominciato a tradurre Lucano (tale traduzione tuttavia non pare essere stata portata a termine) e aggiunge: ‘In Italia per quanto mi è noto una traduzione non esiste di quel poema; parlo di traduzione leggibile, giacché di quelle versioni dilombate e brodose ve n’ha più d’una come ben sapete’ (U. Foscolo, Epistolario, a cura di P. Carli, III, Firenze, 1953, p. 453). Argelati, Biblioteca (n. 30 supra), pp. 340–1, menziona inoltre altre traduzioni di cui però non si ha altra notizia, fra le quali quelle di Giovanni Maria Vanti (in ottave), Andrea Valfré di Brà (in versi sciolti), Gianmario Crescimbeni (in ottave), Batista Nani (in prosa), oltre che ad altre anonime.

  36. Sulla Farsaglia di Cassi si vedano C. Nonni, Interpres ut poeta. La Farsaglia di Francesco Cassi, Bologna, 2011 e Timpanaro, ‘Francesco Cassi’ (n. 35 supra).

  37. La Farsaglia di M. Anneo Lucano recata in versi italiani da Michele Leoni, Pisa, 1836.

  38. Polidori, Nota alla Magion del Terrore, in Fedi, La Magion (n. 6 supra), p. 111: ‘Nei quattro anni che dimorai lungi da Londra, ripresi tra mano la traduzione delle Opere poetiche di Milton e della Farsaglia di Lucano ch’erano già state cominciate vari anni prima, e le ridussi a compimento. Tornato alla città, e non essendo, per l’età, più inclinato ai sociali piaceri, pensai per fuggir l’ozio, di farle imprimere, e […] comprai un torchio di ferro e dei tipi, ed impiegando nei caldi e lunghi giorni, un compositore ed un torcoliere, ho già fatto stampare le Opere poetiche di Milton […] indi la Farsaglia.’

  39. Ne abbiamo trovato rapida menzione (senza una trattazione specifica) soltanto in C. De Caprio, ‘Volgarizzare e tradurre i grandi poemi dell’antichità (XIV–XXI sec.)’, in Atlante della Letteratura Italiana, a cura di S. Luzzatto e G. Pedullà, III: Dal Rinascimento a oggi, a cura di D. Scarpa, Torino, 2012, pp. 65–6. Da pochi mesi è finalmente possibile reperire in Google Libri l’opera digitalizzata.

  40. La magion del terrore con note che contengono le memorie di quattro anni nei quali l’autore fu segretario del conte Alfieri. Il seduttore punito. Imelda. La fantasia e il disinganno ed altri metrici componimenti di Gaetano Polidori colle sue traduzioni del Lamento del Tasso di Lord Byron, della Poetica e d’altre cose di Q. Orazio Flacco; del Tragitto del monte San Gotardo della duchessa di Devonshire e d’altri brevi poesie, Londra, 1843, p. V.

  41. J. Crockford, Il Losario: Poema Eroico Romanesco di Ser Francesco Polidori. Messo in luce, coll’aggiunta di Tre Canti, da Gaetano Polidori, suo nipote. Firenze e Londra (review), The Critic, The London Literary Journal, 12, 1853, p. 181.

  42. P. Van Tieghem, La littérature comparée, Paris, 1931, pp. 166–7.

  43. B. Pieri, ‘Io non sono poeta ma filologo: Dionigi Strocchi traduttore delle Georgiche’, in Dionigi Strocchi e la traduzione neoclassica, a cura di P. Rambelli, Roma, 2015, p. 61.

  44. Della Farsaglia di Marco Anneo Lucano libri X, tradotti da Gaetano Polidori, Londra, 1841, ‘Prefazione’, p. xii: ‘Se il Boccella era giovinetto quando fece quella traduzione e se ha continuato a scrivere in versi, potrà essere pervenuto ad un certo grado di eccellenza, ma se questa è opera d’età virile, non occuperà certo un alto posto in Parnasso. Non altro diremo del suo lavoro, e lasceremo soltanto giudicarne a coloro che hanno intelligenza dell’una e dell’altra lingua, e che son dotati di criterio e buon gusto.’

  45. Si veda in proposito M. Mari, Momenti della traduzione fra Settecento e Ottocento, Milano 1994.

  46. Nonni, Interpres (n. 36 supra), p. 35 (sul successo del volgarizzamento di Cassi pp. 35–8).

  47. Sulla Scuola classica romagnola rimandiamo a Nonni, Interpres (n. 36 supra), pp. 13–20 e alla letteratura ivi indicata.

  48. Timpanaro, ‘Francesco Cassi’ (n. 35 supra), p. 88.

  49. Polidori, Farsaglia (n. 44 supra), ‘Prefazione’, xi.

  50. Rossetti, Dante Gabriel (n. 21 supra), p. 26. Ecco come Polidori, Nota a La Magion del Terrore, in Fedi, La Magion (n. 6 supra), pp. 103–4, ricorda il giorno della presa della Bastiglia: ‘Farò qui una non lunga digressione per narrar un fattarello che mi accadde il giorno che quella fortezza fu presa per furor popolare. Io passava presso al palazzo reale mentre il popolo correva ad assalirla, ed avendo incontrato un parrucchiere tutto infarinato con una spada rugginosa in mano levata in alto, mentre ch’io non punto me l’aspettava, me la lasciai, non so come, pore in mano, mentre ch’egli disse ad alta voce: “Prenez, citoyen, combattez pour la patrie”. Io non era inclinato ad essere operatore di quella spedizione, onde, trovandomi la spada in mano, pensai subito al modo di disfarmene, e profittando della lezione che quell’infarinato mi aveva data, la posi in mano al primo che incontrai senz’arme, e ripetendo Prenez, citoyen, combattez pour la patrie, passai oltre e me ne tornai a casa.’

  51. La lettera è conservata nella Helen Rossetti Angeli-Imogene Dennis Collection presso la University of British Columbia Library (box 31, file 5); la traduzione in inglese è di William Michael Rossetti (purtroppo l’originale italiano non ci è accessibile).

  52. Cf. Manfredi, Polidori (n. 6 supra).

  53. C. Martindale, ‘Dryden’s Ovid: Aesthetic Translation and the Idea of Classic’, in Translation and the Classic: Identity as Change in the History of Culture, ed. by A. Lianeri and V. Zayko, Oxford 2008, pp. 83–106.

  54. Dante Gabriel Rossetti, The Works..., ed. W. M. Rossetti, rev. and enlarged ed., London 1911, p. 283.

  55. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), ‘Prefazione’, pp. xii–xiii: ‘Il Conte Cassi ha piuttosto rifatto che tradotto il poema di Lucano, ed il suo lavoro annunzia un uomo abile che possiede vasta suppellettile di lingua, ma questa ricchezza gli ha più nociuto che giovato, poichè più invaghito delle pellegrinità le quali erano da lungo tempo andate in disuso, che della consuetudine della maggior parte degli scrittori moderni, ha obliato quello che Quintiliano dice coerentaneamente alla ragione: fuerit pene ridiculum, malle sermonem quo locuti sunt homines, quam quo loquantur. È lodevole il far uso di qualche voce o locuzione antica, specialmente nel tradurre un antico poema, ma bisogna essere in ciò molto parchi, poichè altrimenti si inciampa nell’affettazione, della quale nulla vi ha di più spiacevole.’

  56. Ibid., p. xii.

  57. Ibid., p. xiii.

  58. Ibid., p. xiii.

  59. Nonni, Interpres (n. 36 supra), pp. 89–92.

  60. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), ‘Prefazione’, p. xiii.

  61. Queste riserve del resto le aveva espresse qualche anno prima pure Pietro Giordani. Nella lettera a del 17 aprile 1833 a Lazzaro Papi Giordani si dichiara incredulo ‘in vedere tanti pezzi lunghi lasciati fuori, tanti introdotti di sua invenzione, tanti mutati di luogo’ (Lettere inedite di Pietro Giordani a Lazzaro Papi con un frammento inedito di quest’ultimo, Lucca 1851, p. 116).

  62. Francesco Cassi, ‘Protesta del traduttore’, in Farsaglia, trad. Cassi (n. 76 infra), II, p. 371.

  63. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), ‘Prefazione’, p. xiv.

  64. Il Como. Favola boschereccia di Giovanni Milton […] tradotta in italiano da Gaetano Polidori da Bientina, Parigi, 1812, p. viii.

  65. Sulle traduzioni italiane di Paradise Lost si veda da ultimo D. Borgogni, ‘I favolosi denti del drago: censura e autocensura nelle traduzioni italiane di Paradise Lost’, in Censura e auto-censura, a cura di A. Bibbò et al., Between 5.9, 2015, http://ww.betweenjournal.it/. Tra l’altro anche Michele Leoni come Polidori tradusse sia il Bellum civile di Lucano che il poema di Milton; sulla sua traduzione del Paradise Lost si veda E. Carriero, ‘Non verbum pro verbo necesse habui reddere: Michele Leoni traduttore del Paradise Lost’, in Teorie e forme del tradurre in versi nell’Ottocento fino a Carducci. Atti del Convegno Internazionale Lecce, 24 ottobre 2008, a cura di A. Carrozzini, Galatina, 2010, pp. 185–96.

  66. John Milton, Paradiso perduto, trad. Gaetano Polidori, I, London, 1840, p. viii.

  67. Ibid., p. ix.

  68. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), ‘Prefazione’, p. xiv.

  69. Cfr. Borgogni, ‘I favolosi denti’ (n. 65 supra), p. 18.

  70. Lucani Pharsalia diligentissime per G. Versellanum recognita. Cum commentariis Johann. Sulpitii, Phil. Beroaldi nuper repertis. Jodoci Badii Ascensii perquam familiaribus. Cumque ad castigationem annotatis ab Ant. Sabellico, Iacobo Bonon. Phil. Beroaldo. Bapt. Pio et quibusdam aliis, Romae, 1514.

  71. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), ‘Prefazione’, pp. xiv–xv. Interessante il fatto che la stessa dedica venga citata da James Welwood nella sua prefazione alla traduzione inglese della Pharsalia di Nicholas Rowe (The British Poets including Translations, XCIX, Lucan, I, translated from the Latin by N. Rowe, Whittingham 1822, pp. 36–8).

  72. Su Thomas May vedi infra.

  73. Il testo di Oudendorp fu adoperato anche da Cassi, cfr. Nonni, Interpres (n. 36 supra), p. 31.

  74. Un caso di questi è l’elogio di Catone in Lucano II. 385–8: ‘… pretiosaque vestis / hirtam membra super Romani more Quiritis / induxisse togam Venerisque hic maximus usus, / progenies’ (testo citato secondo l’edizione di R. Badalì, Lucani opera, Roma, 1992). Ecco la traduzione di Polidori: ‘Fu la sua pomposa / Veste una rozza toga, degli antichi / Romani a foggia, e Venere conobbe / Sol figli a procrear: marito e padre / Solo per dar dei cittadini a Roma’ (Farsaglia II. 553–7). Il testo tràdito riporta al v. 387 la lezione maximus, adottata dalla maggior parte degli editori; Bentley tuttavia propose in luogo di essa la congettura unicus, che Polidori accoglie nella sua traduzione (v. 556: ‘sol figli a procrear’). In altri luoghi le congetture di Bentley vengono invece ignorate.

  75. F. Condello e B. Pieri, ‘Adnumerare et adpendere: traduttori filologi, traduttori fedeli?’, in Note di traduttore. Sofocle, Euripide, Aristofane, Tucidide, Plauto, Catullo, Virgilio, Nonno, a cura di F. Condello e B. Pieri, Bologna, 2011, p. 21.

  76. La Farsaglia di M. Anneo Lucanovolgarizzata dal conte Francesco Cassi, 2 voll., Pesaro, 1826–1829, I, p. XI (‘Al lettore’).

  77. Cf. Nonni, Interpres (n. 36 supra), p. 20. A differenza di Cassi e Polidori Michele Leoni accompagna la sua traduzione del 1836 con il testo latino a fronte, motivando nel modo seguente la sua scelta: ‘Con che intesi … a rendere un poco più famigliare nel suo linguaggio nativo questo nobil poema, troppo francamente condannato da molti, e ben conosciuto da pochi’ (La Farsaglia di M. Anneo Lucano; recata in versi italiani da Michele Leoni, Pisa, 1836, ‘Avvertimento del traduttore’).

  78. Ezra Pound, Make it New: Essays, New Haven, 1935, p. 399.

  79. Farsaglia, trad. Polidori (n. 44 supra), p. 351.

  80. Gaetano Polidori, Seguito della guerra civile tra Giulio Cesare ed il senato romano. Che comincia dalla fine della Farsaglia di Lucano e termina colla congiura di Bruto e Cassio, Londra, 1847, ‘Prefazione’, p. xvi.

  81. Sulla persona e l’attività di Filippo Pistrucci (Bologna 1782-Londra1859) rimandiamo a R. Bonfatti, ‘Filippo Pistrucci, un esule ai confini dei generi’, in Voci dell’Ottocento, a cura di I. Pozzoni, Milano, 2011, pp. 75–96.

  82. Vedi n. 10 supra.

  83. Vedi supra.

  84. Su questo genere letterario rimandiamo a A. Bisanti, ‘Guerra e pace nel Supplementum ad Aeneida di Maffeo Vegio’, Studi umanistici piceni, 32, 2012, pp. 139–77, e P. G. Schmidt, Supplemente lateinischer Prosa in der Neuzeit. Rekonstruktionen zu lateinischen Autoren von der Renaissance bis zur Aufklärung, Göttingen, 1964.

  85. Lucano traduzido en prosa castellana por Martin Lasso de Oropesa. Nuevamente corregido y acabado con la historia del triumvirato (de Octaviano, Marco Antonio y Marco Lepido), Burgos, 1588.

  86. Politico e poeta, Thomas May (1595–1650) pubblicò nel 1627 una traduzione integrale del Bellum civile in lingua inglese (di prossima pubblicazione l’edizione a cura di Emma Buckley ed Edward Paleit), alla quale seguirono nel 1630 e nel 1640 rispettivamente la Continuation del poema e la sua versione latina, il cosiddetto Supplementum Lucani (di questo è disponibile l’edizione di B. Backhaus, Das Supplementum Lucani von Thomas May. Einleitung, Edition, Übersetzung, Kommentar, Trier, 2005. Il Supplementum di May fu a sua volta tradotto in francese (Suite et conclusion de la Pharsale ou supplém. de Lucain, poëme lat. de T. May trad. par P. L. Cormiliolle, Paris, 1819).

  87. Si veda in proposito Nonni, Interpres (n. 36 supra), p. 31 n. 26 e pp. 285–8.

  88. Polidori, Seguito (n. 71 supra), ‘Prefazione’, p. xvi: ‘Quantunque mi sia noto il supplemento della Farsaglia in Latini esametri di Tommaso Majo [Thomas May] io non ho voluto trarre alcun vantaggio da esso, e non l’ho letto che dopo aver terminato il mio lavoro: né alcuno si avvedrà ch’io abbia tolto da lui la minima cosa se vorrà farne il confronto; onde tutti gli errori e le imperfezioni di questo mio scritto, a me, e non ad altri si debbono imputare.’

  89. Ibid., ‘Prefazione’, pp. ix–x.

  90. Ibid., pp. ix–x.

  91. Ibid., p. xi.

  92. Ibid., pp. xiv.

  93. Ibid.

  94. Ibid., p. xv.

  95. Ibid.

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Sannicandro, L. “Io ho tutto tradotto fedelmente e senza timore”: la Farsaglia di Gaetano Polidori (1841). Int class trad 26, 175–194 (2019). https://doi.org/10.1007/s12138-017-0444-8

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